Cari figli, accettate la malattia e la sofferenza con amore, come ha fatto Gesù. Cristo, figlio di Dio, innocente, conobbe la sofferenza nella Sua stessa carne. Pertanto, cari figli, non disperate. Confidate nella divina misericordia. La malattia è, in effetti, una croce, una croce talvolta molto pesante, una prova che Dio permette nella vita di una persona secondo un criterio che sorpassa la nostra capacità di comprensione. Ma non dovrebbe essere considerata come una cieca fatalità, né necessariamente come una punizione. Non è qualcosa che distrugge senza avere un aspetto positivo. Al contrario, anche se essa pesa sul corpo, la croce della malattia, portata in comunione con la croce di Cristo, diventa essa stessa una fonte di salvezza, di vita, o di risurrezione per la persona ammalata o per gli altri che la aiutano. Una volta ancora dico: non perdete la speranza. Confidate nel Signore, poiché la Sua misericordia non ha limiti. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
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